C'è una lunga tradizione che vede le sedie usate come materia nelle arti visive e che mette al centro lo studio basato sula mutazione-trasformazione da oggetto qualunque a oggetto d’arte. Cosa c’è in fondo di più statico, comodo e contingente di una sedia, ben piantata a terra?
È da questa considerazione che Officina Move nel 2012 da vita alla prima monografia che chiama Sedute per Ospite Indesiderato: sedie reinterpretate nelle forme, colori e materiali dove lo sguardo si spinge senza paura al di là dell’usuale, rivestendosi della capacità di trasformare ogni intuizione in azione.
Sedute per Ospite Indesiderato diventano allora la risposta irriverente e dissacrante alla vita comoda dell’uomo occidentale, alla società dell’usa e getta, al potere ora politico ora economico.
La scomodità si fa materia e si arricchisce di elementi e simboli che obbligano la sedia a perderne la sua funzione d’uso, costringendo il suo ospite indesiderato a rinunciare alla propria zona di confort da cui viene materialmente allontanato.